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Q-Alliance, il più potente hub quantistico al mondo nascerà in Lombardia

Nascerà in Lombardia quello che è stato annunciato come il più potente hub quantistico al mondo: la Q-Alliance. Frutto del memorandum siglato fra due colossi mondiali del settore, D-Wave e IonQ, che hanno deciso di unire le forze. Un’alleanza senza precedenti che vedrà la partecipazione del mondo scientifico indipendente con l’obiettivo di spingere la ricerca, nonché la trasformazione industriale, in chiave di sovranità digitale. “È qualcosa di straordinario”, ha commentato il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti in occasione della giornata inaugurale del ComoLake a Cernobbio. “Cento ricercatori, soprattutto italiani, potranno lavorare attorno alla tecnologia quantistica e la collaborazione col mondo universitario per noi è importante”, ha aggiunto Butti definendo l’iniziativa non solo una “pietra miliare tecnologica”, ma anche un modello di innovazione che simboleggia la leadership dell’Italia nella transizione quantistica europea.

Che cos'è la Q-Alliance

La Q-Alliance si pone come un ecosistema aperto e inclusivo, in cui la comunità scientifica, il mondo accademico e l’industria potranno mandare avanti iniziative e progetti. E soprattutto mira a un forte coinvolgimento dei giovani ricercatori attraverso borse di studio, stage e programmi di formazione.

Questo è un momento storico per l’Italia e per l’industria quantistica“, ha sottolineato Alan Baratz, ceo di D-Wave. “Q-Alliance sostiene la missione dell’Italia di diventare un epicentro globale della leadership quantistica, accelerando la ricerca innovativa, l’innovazione industriale e lo sviluppo di una forza lavoro pronta per la quantistica”.

E D-Wave stando a quanto ci tiene a evidenziare Baratz “è la prima azienda a commercializzare l’informatica quantistica, con clienti in tutto il mondo che oggi utilizzano la nostra tecnologia per gestire operazioni aziendali e risolvere problemi computazionali molto complessi. I nostri computer quantistici sono gli unici al mondo per i quali è stata dimostrata una vera supremazia quantistica. Siamo stati in grado di calcolare le proprietà dei materiali magnetici nell’ordine dei minuti laddove servirebbe quasi un milione di anni utilizzando computer classici”.

Niccolo de Masi, ceo di IonQ, dal canto suo, considera l’operazione strategica per dare vita al “rinascimento quantistico” dell’Italia. “Crediamo che il Ventunesimo secolo sarà considerato l’era del quantum. IonQ punta a investire in Italia, in Lombardia, per creare posti di lavoro, creando applicazioni che alimenteranno ogni segmento della grande industria, dalla difesa all’agricoltura all’automotive alla sanità. Non c’è un pezzo dell’economia italiana che non sarà accelerato attraverso l’hardware, la tecnologia e le soluzioni di IonQ – precisa de Masi –. Oggi è un momento storico perché stiamo lanciando questa iniziativa e un domani guarderemo indietro a questo momento riconoscendo che tutto è iniziato qui con la Q Alliance“.

Cosa prevede la Strategia nazionale per le tecnologie quantistiche

È stata illustrata a fine luglio in Consiglio dei ministri dal sottosegretario Alessio Butti, insieme con i ministri Adolfo Urso e Anna Maria Bernini la Strategia italiana per le tecnologie quantistiche, un piano che punta fare del nostro paese un protagonista della nuova rivoluzione. Quattro le principali linee d’azione: rafforzamento della ricerca scientifica e delle infrastrutture quantistiche valorizzando le eccellenze nazionali ed europee e promuovendo sinergie tra università, centri di ricerca e istituti con il sostegno dei finanziamenti pubblici, soprattutto quelli del Pnrr; accelerazione della transizione industriale con sostegno a Pmi e startup e alle filiere strategiche con investimenti in data center e supercalcolo; formazione di nuove competenze con percorsi universitari, master e programmi ad hoc; tutela della sicurezza nazionale attraverso la migrazione alle crittografie post-quantum e l’uso di sistemi quantistici per la protezione dei dati strategici.

Il quantum è da Nobel

Il britannico John Clarke, il francese Michel H. Devoret e lo statunitense John M. Martinis – legati da una lunga collaborazione in particolare all’Università della California – sono stati tra l’altro insigniti, lo scorso 7 ottobre, del premio Nobel per la Fisica 2025 per aver osservato l’effetto tunnel quantistico e la quantizzazione dell’energia su scala macroscopica all’interno di un circuito elettrico superconduttore. Un risultato considerato impensabile fino a pochi decenni fa e apre le porte a una nuova generazione di tecnologie quantistiche. Secondo la Reale accademia svedese delle Scienze che ha assegnato il riconoscimento la dei tre scienziati riscrive i confini della meccanica quantistica, portandola dal laboratorio di particelle alla tecnologia di tutti i giorni.